Per lungo tempo io non ho pregato per gli altri. Dicevo tra me: come posso raccomandare altri se io, tanto carico di colpe, oso appena raccomandare me stesso? Ma un giorno mi fu fatto di pensare: se io credo, come debbo credere per fede, che la mia preghiera non è disdegnata dal Signore, quanto più è gradita non gli sarà, perché più generosa, se fatta per altri? Così cominciai a formulare davanti al Signore i miei desideri a favore dei fratelli. Pensavo, infatti, di essere io il principio di quei desideri…

Ma un giorno mi fu fatto sentire che non io, ma ma colui stesso che voleva esaudirli, li suscitava . . . E che era falsa umiltà quella che, attribuendomeli, li taceva. Così compresi tra le lacrime, a chi dovevo, in primo luogo le preghiere elevate per me da tanti cuori fraterni.

Così compresi che amare Dio è semplicemente far posto al suo amore e che amare il prossimo è semplicemente rifletterlo. Amore di Dio! Amore! Amore! Sei tu che vivifichi, gioioso, penitente o disperato, ma sempre purissimo, i tre regni del cielo e di te parla, anche nei pervertimenti dell’egoismo, ogni amore della terra. Oh tu che mi hai tolto a te, che m’ami dall’eterno, per darti a me, perché a te io ritorni.

Compi in me il tuo il tuo disegno. Brucia e distruggi l’amore di me che si oppone, affinché nella luce perfetta, tu non diventi la mia disperazione, ma piuttosto il mio gaudio eterno.

O Crocifisso mio Signore a te mi raccomando.