La tua croce un trono di due travi, una veste di sangue, uno sgabello di tre chiodi e la testa cinta di spine è: tutto un fiat. Ecco la tua ricchezza, o Gesù. Una povertà immensa, tanto immensa che si merita salire sulla croce, dove non sale Maria, alla quale Maria cede il passo perché è povera anche lei.

E tu, o Gesù sembri dirmi: “Caro qui il compendio di tutte le mie lezioni. E’ qui, perché il povero ha bisogno del soccorso sempre, ed il mio cuore non fa che cercare chi soccorrere. Il povero e il mio prediletto, perché sono tutti poveri e tutti debbono aver fiducia e confidenza in me.

Per me furono fatte le cose, io sono morto perché tutte le cose vivessero e ogni creatura fosse ricca dell’eredità del Padre mio”. Si, o Gesù, tu solo sei il conforto, perché tu solo hai innalzato la mia miseria e tu solo illumini la mia mente. Per te il povero più povero è tanto ricco che aiutato dalle creature, le aiuta dismisura. Il mondo non comprende come tu ti mostri crocifisso.

Il mondo disprezza il povero, fugge il povero, gli si accosta spesso per insultarlo ed avvilirlo, ma tu resta quale sei e il povero resta quale è nel suo cuore. Quanta ricchezza contiene un insulto sofferto per amor tuo. Tu lo sai, e insegnami quel che debbo fare per accogliere la croce Gesù.

Insegnamelo, perché disprezzato dal mondo ti segua. Eccoti, o Gesù io sono nudo e crocefisso e tu sei nudo e crocefisso, ed imparo e apprendo da te che l’amore alla povertà è ricchezza.

Gesù bisogna essere nudi e crocefissi, due povertà che ci completano nella tua Croce.